Il funzionamento del nostro organismo è legato al rapporto acido/basico. Tale rapporto può essere misurato con la scala di misura detta pH, che assume comunemente valori compresi tra 0 (massima acidità) e 14 (massima basicità). Il pH del sangue umano a livello arterioso è compreso tra 7,38 e 7,42. L’organismo fa di tutto per mantenere il pH tra questi valori ed è più che autonomo in questo: il sangue venoso entra nei reni e ne esce purificato come sangue arterioso, mentre le scorie vengono eliminate con l’urina.
La ‘misura’ delle scorie eliminate ci può mostrare come aiutare il nostro corpo: abbondanti scorie acide ci dicono che dobbiamo assumere più sostanze alcalinizzanti e viceversa. Tale ‘misura’ può essere fatta analizzando il pH delle urine: è possibile fare valutazioni anche in casa, munendosi di cartine al tornasole (in farmacia), verificando per alcuni giorni il livello di acidità delle urine (appena svegli il livello di acidità delle urine è sempre maggiore, l’ideale sarebbe quindi misurare per qualche giorno il pH di tutte le urine della giornata). Oppure è meglio rivolgersi al proprio medico per eseguire accertamenti ufficiali e per verificare il proprio stato di salute. Per capire se il pH è nella norma basta verificare se rientra nel range di valori indicato negli esami delle urine. Tale range è più spostato verso valori acidi, infatti, il pH delle urine misura il carico totale di acidi escreti dai reni, che non solo è influenzato dal carico acido renale potenziale degli alimenti, ma anche dagli acidi organici escreti in seguito all’attività fisica.
E’ consigliabile confrontarsi con il proprio medico per decidere le azioni da intraprendere quando il pH delle urine si discosta dai valori accettabili, ma l’alimentazione può giocare un ruolo importante e saper scegliere quali cibi migliorano o peggiorano la situazione può contribuire ad incrementare il livello di salute dell’individuo.
Come si fa a scegliere gli alimenti giusti? Ad esempio, il succo di limone ha un pH 3 (acido), ma nel nostro organismo i suoi acidi vengono trasformati in sostanze basiche. Il rapporto acido/basico degli alimenti non è quindi un indicatore utile. Quello che serve è un valore che indichi la capacità di un alimento di provocare nell’organismo la formazione di sostanze acide o basiche. Questo valore è il PRAL, ovvero il carico acido renale potenziale degli alimenti che assumiamo (Potenzial Renal Acid Load).
Il PRAL misura il potenziale di carico acido renale di un alimento, valutandone il contenuto in termini di composti acidificanti (cloro, fosfati e solfati) o alcalinizzanti (sodio, potassio, calcio e magnesio) e la capacità di assorbimento intestinale dei singoli elementi. Il PRAL non stabilisce il pH di un composto, ma stima la sua capacità di interazione con il corpo umano. Il PRAL è un metodo scientificamente validato e viene proprio calcolato con riferimento all’acidità determinata nelle urine. Tornando all’esempio del succo di limone, il suo PRAL è pari a -2,5 ed indica quindi un carattere alcalinizzante.
Il PRAL viene calcolato in mEq/100g cioè in milliequivamenti ogni 100 grammi, cioè in base al rapporto acido-base delle molecole in relazione alla loro concentrazione. Questi aspetti tecnici non devono impaurire, basta sapere che gli alimenti a PRAL positivo sono quelli in cui prevale la componente acidificante (tra 0 e 10 lievemente acida, tra 10 e 30 molto acida), mentre quelli a PRAL negativo hanno un carattere alcalinizzante (tra 0 e -10 lievemente alcalino, tra -10 e -30 molto alcalino).
In internet è possibile trovare diverse TABELLE DEL PRAL DEI SINGOLI ALIMENTI:
- http://www.saeure-basen-forum.de/pdf/IPEV-Food_table.pdf
- http://www.megamediateam.it/alimentazione/commerciale/pral.php
- http://www.coop.ch/pb/site/vitality/get/documents/system/elements/vitality_neu/gesundheit/ernaehrung/S%C3%A4uren%20und%20Basen/S%C3%A4ure_Base_Tabelle_it.pdf
- http://perladieta.blogspot.it/2013/03/il-ph-dellorganismo-acidosi-ed.html
Grazie alle tabelle del PRAL è possibile stimare il valore di acido complessivo di un pasto, come sommatoria dei valori positivi e negativi di ogni alimento. Basta moltiplicare il PRAL di ogni ingrediente del pasto per il suo peso in grammi e dividere il tutto per 100, quindi sommare tutti i valori così ottenuti. Alcuni siti internet si sono attrezzati per un calcolo veloce e in questo stesso blog ogni ricetta è corredata dal valore del PRAL complessivo, in modo da aiutare nella scelta della portata più adatta alla propria dieta.
Tra i siti che forniscono il CALCOLO DEL PRAL DI UN PASTO:
Valori negativi di PRAL si trovano quasi esclusivamente nei gruppi di frutta e verdura. Al contrario, i più alti carichi di acido derivano da formaggi, carne, pesce e cereali. Tra gli alimenti più alcalinizzanti troviamo: uvetta, fichi secchi, spinaci, finocchio, cavolo verde, sedano, carote, banane, albicocche. Sono condimenti alcalinizzanti: prezzemolo, zenzero, peperoncino, curry, salvia, rosmarino, semi di finocchio e semi di cumino. Sono simil-cereali alcalinizzanti la quinoa, il miglio e l’amaranto. In generale, sono ritenuti acidificanti quei cibi contenenti zucchero e lievito, gli alimenti fermentati, raffinati, cotti al microonde o fortemente trattati. La maggioranza dei cereali sono considerati acidificanti. Tra di essi troviamo farro, grano, orzo, avena, riso, segale, mais e loro derivati, compresa la pasta ed il pane. Vi son alcuni legumi considerati acidificanti, come ceci, fagioli bianchi e lenticchie. Sono alimenti acidificanti lo zucchero, il miele, le uova, i gamberetti, il merluzzo, il salmone, la carne di pollo, di maiale, di agnello, di manzo e di tacchino.
Diete alcaline o alcalinizzanti: si legge spesso di diete alcaline o alcalinizzanti mirate alla salute dell’organismo, ma bisogna ricordare che l’eccessiva alcalinità è negativa quanto l’eccessiva acidità! Quello che bisogna fare è ricercare un equilibrio, in modo tale da compensare l’acidità o la basicità all’interno del nostro organismo. Ad esempio, se ci si rende conto di assumere in prevalenza cibi acidificanti si può tentare di inserire nella propria alimentazione alcuni cibi alcalinizzanti.
Attenzione ai cibi acidi: alcuni alimenti alcalinizzanti sono acidi, come appunto il limone. Bisogna quindi assumerli sapendo che per quanto positivi nell’alcalinizzare il corpo, saranno potenzialmente negativi per lo smalto dei vostri denti e dannosi se si hanno problemi di acidità di stomaco o gastrite. Quindi attenzione alle cure fai da te!